Utilizzo delle acque pubbliche
Le acque rappresentano una risorsa limitata da tutelare ed utilizzare secondo criteri di solidarietà: qualsiasi loro utilizzo è effettuato nel rispetto delle aspettative e dei diritti delle generazioni future.
Tutte le acque, sotterranee e superficiali, appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico, sono quindi un bene pubblico. Sono escluse dalla disposizione le acque piovane non ancora convogliate in un corso d’acqua o non ancora raccolte in invasi o cisterne, il cui utilizzo è libero.
Pertanto l’uso e il prelievo delle acque pubbliche sono regolamentati da leggi dello Stato e della Regione Emilia-Romagna.
L’utilizzo della risorsa idrica, ad uso non domestico, può avvenire soltanto a seguito del rilascio della concessione di derivazione d’acqua pubblica da parte di Arpae e agli adempimenti posti a carico del concessionario.
Tpologia di utenza della acque publiche
Ci sono due categorie di utenze di acque pubbliche, classificate in base all’utilizzo:
1-Prelievi ad uso domestico soggette solo a comunicazione: l’estrazione e utilizzazione da parte del proprietario del fondo di acque sotterranee (pozzi e sorgenti), destinate all’uso domestico (igienico e potabile, innaffiamento di orti e giardini, abbeveraggio del bestiame, purché tali usi siano destinati al fabbisogno del proprio nucleo familiare e non configurino un’attività economico-produttiva).
2- Prelievi soggetti a concessione: chiunque – persone fisiche, in forma singola o associata, e persone giuridiche di diritto pubblico o privato – abbia necessità di utilizzare acqua pubblica ad uso non domestico, acque superficiali (fiumi) e sotterranee (pozzi e sorgenti), deve presentare una domanda di concessione. Lo stesso deve fare chi utilizza acque superficiali ad uso domestico.
Per maggiori dettagli e per la modulistica e le comunicazioni necessarie, si rimanda al link di ARPAE.