"Giocare per imparare, imparare a giocare"
L’art. 21 della Legge n. 59 del 15 Marzo 1997, conferisce alle istituzioni scolastiche l’autonomia sia organizzativa che didattica; si passa così dal vecchio concetto di scuola chiusa al proprio interno, ad un pubblico servizio alla persona.
La direttiva Ministeriale n. 133 del 3 Aprile 96, il protocollo d’intesa M.P.I. – CONI del 12.3.97 e la C.M. n. 466 del 31.7.97 sulle linee attuative del protocollo -Progetto "Sport-Scuola"-, regolano il dialogo con la scuola affinchè questo sia costruttivo e privo di incomprensioni.
La scuola può prioritariamente individuare le esigenze dei fruitori del servizio e sulla base di queste, mettere in atto le progettazioni.
Il punto di forza di questo cambiamento è delineato dalla possibilità di partecipazione aperta a tutte quelle componenti, come la nostra, interessate a soddisfare le esigenze di formazione dei giovani, con l’intervento di tecnici qualificati e specializzati.
Questo progetto si vuole raccordare a pieno titolo con quanto previsto dalla normativa e realizza la sua completezza con l’inserimento della proposta nel Progetto Educativo d’Istituto.
LA PROGRAMMAZIONE
La scuola elementare, nell’ambito di una educazione finalizzata alla presa di coscienza del valore del corpo – inteso come espressione e sviluppo della personalità e come condizione relazionale, comunicativa, espressiva, operativa – favorisce l’attività motoria e la presa di coscienza delle discipline più conosciute attraverso la socializzazione, la gratificazione personale e nel gruppo, il rispetto delle regole.
Considerando i programmi ministeriali del 1985, l’educazione motoria si propone le seguenti finalità:
- Promuovere lo sviluppo delle funzioni senso-percettive;
- Consolidare ed affinare, a livello concreto, gli schemi motori statici e dinamici;
- Concorrere allo sviluppo di coerenti comportamenti relazionali mediante la verifica vissuta in esperienze di gioco e di avviamento sportivo delle esigenze di regole e di rispetto delle stesse, sviluppando anche capacità propositive e di risoluzione dei problemi.
Analizzando la scheda ministeriale, le finalità e gli obiettivi della Scuola Elementare degli ormai datati programmi ministeriali del 1985 per quanto riguarda l’educazione motoria, abbiamo elaborato una programmazione annuale indicativa da adattare alle esigenze di ogni singola classe.
Il fine di questi interventi è l’acquisizione di un alfabeto motorio di base ed il coinvolgimento di tutti gli aspetti e le espressioni dell’intera personalità: attraverso l’educazione del corpo di interviene infatti sulla formazione cognitiva, intellettiva e creativa del bambino, sulla sua capacità sociale di relazione e comunicazione.
La funzione che noi attribuiamo all’attività corporea in questa età è quella di sostegno allo sviluppo armonico della personalità e per realizzare ciò privilegiamo le proposte in forma ludica, dinamica, polivalente attingendo a tutte le svariate possibilità che il gioco ci offre. Il gioco è l’esperienza motoria più naturale per il bambino e risponde alla sua esigenza di svolgere una attività motivante e gratificante che gli dia piacere. Le situazioni ludiche proposte durante una lezione, sono in quella reale poiché ben definite nello spazio e nel tempo.
Attraverso l’aspetto magico del gioco il bambino sviluppa la sua fantasia e manifesta la sua creatività, esteriorizza le proprie paure ed i propri conflitti emotivi, esprime con spontaneità e naturalezza i movimenti del corpo; attraverso la dimensione reale entra in relazione con il mondo esterno e con gli altri, conosce il suo corpo, ne distingue le capacità tipiche di questa età, costruisce l’immagine di sé.
In questa situazione il ruolo dell’insegnante è quello di proporre l’attività ben programmata e di condurla animandola con entusiasmo e giocando con i bambini.
Con loro egli deve instaurare un rapporto di reciproca fiducia, deve essere paziente, disponibile, sicuro delle proprie proposte e preciso nelle richiese: ciò permetterà di creare un ambiente sereno e motivante nel quale il bambino può esprimersi pienamente.
Se chiediamo al bambino: "Cosa può fare il tuo corpo" ci accorgeremo, con grande stupore, di quante risposte creative riusciremo ad ottenere…Egli infatti si esprime meglio attraverso il linguaggio gestuale che mediante quello verbale. Trova rapidamente soluzioni motorie nuove perché ama muoversi e nello stesso tempo desidera che qualcuno lo osservi e ne apprezzi l’operato. E’ proprio attraverso questo processo di attenta osservazione ed analisi che l’insegnante ha l’opportunità di conoscere il bambino in tutte le sue molteplici manifestazioni. Dal rapporto di interazione tra educatore ed educando si creano le condizioni di apprendimento.
"Messo in situazioni" il bambino è motivato ad esplorare, muoversi, pensare, scoprire, chiedere e trovare sempre nuove soluzioni. Questo continuo processo di ricerca prevede che il soggetto maturi le abilità motorie fondamentali per acquisirne in seguito altre più complesse.
Da tali premesse, quando ci si accinge a programmare un piano di lavoro è indispensabile tener conto di alcuni punti fondamentali:
Il movimento e’ la base dell’educazione motoria, i bambini apprendono operando
La selezione delle attivita’ e’ in stretto rapporto alla situazione educativa contingente: questo comporta fissare i fini e gli obiettivi a medio e lungo termine che si intendono raggiungere
I valori dell’educazione motoria non si acquisiscono casualmente: occorrono preparazione, competenza, continua ricerca e adattamento
La presente proposta didattica intende quindi utilizzare come strumento educativo l’introduzione ai grandi giochi sportivi con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle capacità motorie di tutti i ragazzi, l’espressività corporea, la polisportività e la polivalenza.
Questo progetto si propone come “tappa di formazione”, come un momento nel percorso di crescita e formazione del processo psico – somatico del bambino, come elemento strumentale di un intervento di sviluppo integrato a più ampio respiro che veda coinvolte le forze e le progettualità di tutti i soggetti educativi presenti sul territorio.
Il ruolo dell’educatore diventa fondamentale allo scopo, quando egli è in grado di:
- Impegnare il bambino in un lavoro motivato e motivante.
- Incoraggiarlo a scoprire il significato dell’atto motorio ed il suo uso in situazioni di gioco e di abilità.
- Aiutarlo a ricercare gli elementi simili e dissimili nelle abilità già acquisite.
- Stimolarlo a "costruire" ponti di comprensione tra attività motoria, abilità e concetti scolastici.